Confronto fra l’imperialismo americano e quello ateniese


Usando Tucidide possiamo fare un confronto tra l’imperialismo ateniese di allora e quello americano di oggi. Uno dei passi più significativi della storiografia antica è il dialogo tra i melii e gli ateniesi prima della distruzione dell’isola di Melo. Al tempo si stava combattendo la guerra del Peloponneso, e l’isola di Melo era nella alleanza spartana in quanto colonia ma si era dichiarata neutrale e non aveva inviato nessun soldato. Gli ateniesi ingiunsero comunque ai melii di arrendersi e passare dalla loro parte. Non sappiamo cosa gli ambasciatori ateniesi dissero per sostenere la loro richiesta, Tucidide ci dà una sua versione del dialogo (quasi certamente completamente inventata) per mostrare quali sono le reali motivazioni degli ateniesi. Questo non è significativo tanto per l’episodio storico in sé, quanto perché è il modo di pensare che caratterizza sempre le superpotenze nei confronti dei piccoli popoli più o meno inermi, da allora fino ad arrivare agli americani di oggi. Le parole degli ateniesi potrebbero tranquillamente essere messe nella bocca di Bush e Obama parlando con gli afghani, gli iracheni e i libici.
Questo è ciò che dicono gli ateniesi (qui potete trovare il libro completo della storia della guerra del Peloponneso di Tucidide da cui è tratta

Noi dunque non vi offriremo una non persuasiva lungaggine di parole con l’aiuto di belle frasi, cioè che il nostro impero è giusto perché abbiamo abbattuto i persiani o che ora perseguiamo il nostro diritto perché siamo stati offesi; ma ugualmente pretendiamo che neppur voi crediate di persuaderci dicendoci che, per quanto coloni degli spartani, non vi siete uniti a loro per farci guerra o che non ci avete fatto alcun torto. Pretendiamo invece che si mandi ad effetto ciò che è possibile a seconda della reale convinzione che ha ciascuno di noi, ché noi siamo certi, di fronte a voi, persone informate, che nelle considerazioni umane il diritto è riconosciuto in seguito a una uguale necessità per le due parti, mentre chi è più forte fa quello che può e chi è più debole subisce ciò che deve.

Il dialogo poi prosegue con i melii che cercano di addurre varie ragioni per cui gli ateniesi dovrebbero evitare di attaccarli, invitandoli a ricorrere alla diplomazia invece che alla guerra, a rimanere amici invece che diventare sudditi, a considerare che cosa avrebbero pensato tutti gli altri popoli neutrali, ma niente serve a smuovere gli ateniesi, che sono guidati solo dal desiderio di conquista e dalla paura della ribellione degli altri alleati se avessero dimostrato il minimo segno di debolezza.

Allora i melii dicono che sarebbe per loro disonorevole arrendersi, ma gli ateniesi rispondono che sarebbe invece saggio, perché salverebbero la loro vita evitando di combattere una guerra persa in partenza. Allora, esaurito qualunque argomento razionale, i melii ricorrono alla paura degli dei, dicendo che loro sono innocenti e pii, e gli dei si vendicheranno sugli ateniesi se essi dovessero commettere ingiustizie. E la risposta degli ateniesi è anch’essa senza tempo, valeva allora come ai tempi del fardello dell’uomo bianco col colonialismo inglese, od oggi in cui dio, secondo i presidenti americani, benedice sempre l’America quando si tratta di bombardare e occupare qualche altro stato, dalla Corea e dal Vietnam alla Libia.

Ma per quanto riguarda la pietà dei sentimenti verso la divinità, neppur noi crediamo di restare indietro, perché noi non esigiamo né facciamo alcuna cosa che devii dalle umane credenze nei confronti della divinità o dagli umani desideri nei confronti di se stessi.

Noi, infatti, crediamo che per legge di natura chi è più forte comandi: che questo lo faccia la divinità lo crediamo per convinzione, che lo facciano gli uomini, lo crediamo perché è evidente. E ci serviamo di questa legge senza averla istituita noi per primi, ma perché l’abbiamo ricevuta già esistente e la lasceremo valida per tutta l’eternità, certi che voi e altri vi sareste comportati nello stesso modo se vi foste trovati padroni della nostra stessa potenza.

L’unica differenza con la realtà moderna è che gli ateniesi non si nascondevano dietro ipocrite motivazioni di giustizia e diritti umani, né pensavano che fossero potenti perché avevano il favore degli dei ed erano da loro benedetti.
Ovviamente (per chi non lo sapesse) Melo fu distrutta, tutti i suoi abitanti maschi furono uccisi e le donne e i bambini venduti come schiavi.

Anche in questo non è cambiato niente.

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