La poesia dei carri di Du Fu (tradotta in italiano)


Du Fu è uno dei più famosi poeti cinesi. Scrisse poesie su praticamente ogni cosa (dalle tattiche di guerra alla calligrafia, dagli animali alla gente comune), fatto inusuale nella cultura cinese che ha regole molto rigide su cosa è considerato degno di essere soggetto di poesia (infatti le sue poesie sono uno dei pochissimi documenti sulla vita delle personi comuni durante la dinastia Tang, un’epoca in cui gli aristocratici dominavano la società cinese).

Du Fu è particolarmente famoso come poeta contrario alla guerra. Ebbe la sfortuna di vivere durante la grande ribellione di An Lushan (755-763 d.C), ma già in precedenza la Cina era tormentata dalle guerre. Nel 751 venne sconfitta dalla potenza emergente del califfato abbaside, perdendo l’influenza sull’Asia centrale. Questa poesia, che è tra le sue più famose, è la prima in ordine cronologico di quelle che ci sono pervenute, ed è stato scritta nel 750 o 751, mentre era nella capitale Chang’an e vedeva i soldati partire verso ovest. La traduzione in italiano che ho fatto è basata sulla traduzione inglese, con qualche aggiustamento qua e là per quello che sono riuscito a capire del testo in cinese antico. Sebbene non sia sicuro di un paio di passaggi alquanto oscuri, dovrebbe essere la traduzione più sensata e fedele che si possa trovare in rete. Vista la complessità del cinese antico, la sua ambiguità e le sue enormi differenze con l’italiano molte scelte di traduzione sono più pareri personali e intuizioni che decisioni giuste o sbagliate.

兵車行

車轔轔
馬蕭蕭
行人弓箭各在腰
耶娘妻子走相送
塵埃不見鹹陽橋
牽衣頓足闌道哭
哭聲直上乾雲霄
道傍過者問行人
行人但雲點行頻
或從十五北防河
便至四十西營田
去時裏正與裹頭
歸來頭白還戍邊
邊亭流血成海水
武皇開邊意未已
君不聞漢家山東二百州
千村萬落生荊杞
縱有健婦把鋤犁
禾生隴畝無東西
況復秦兵耐苦戰
被驅不異犬與雞
長者雖有問
役夫敢申恨
且如今年冬
未休關西卒
縣官急索租
租稅從何出
信知生男惡
反是生女好
生女猶得嫁比鄰
生男埋沒隨百草
君不見青海頭
古來白骨無人收
新鬼煩冤舊鬼哭
 天陰雨濕聲啾啾

La poesia dei carri

 Il fragore dei carri risuona,
i cavalli in corsa nitriscono,
gli uomini avanzano con un arco e la faretra alla vita
padri, madri, mogli e bambini corrono a vederli partire
la polvere è tale che non si vede il ponte oltre Chang’an
gli tirano le maniche, si gettano ai loro piedi e piangono alla fine della strada
e il suono delle grida sale alto fino alle nuvole.
Quando un passante sulla strada chiede il perché al coscritto
il coscritto risponde che la mobilitazione accade spesso
“A quindici anni molti sono stati mandati a nord a proteggere il fiume,
anche a quaranta devono arare i campi ad ovest
al momento di partire gli anziani ci hanno fasciato con un turbante i capelli
ritornando coi capelli bianchi, siamo rimandati ancora al fronte
Al fronte il sangue versato diventa un mare
i sogni di conquista dell’imperatore guerriero non hanno fine.
Non hai visto i 200 distretti oltre le montagne ad est
dove solo spine e rovi crescono in ogni villaggio e casale?
Sebbene ci siano donne forti ad afferrare la zappa e l’aratro
né a est né a ovest c’è riso nelle campagne.
Inoltre noi soldati di Qin abbiamo sopportato i combattimenti peggiori
siamo sempre spinti avanti come cani o polli dagli ufficiali.
E se glielo facessi notare direbbero:
“Come osa lamentarsi un soldato?”.
Anche in questo inverno
i soldati a ovest del passo continuano a muoversi.
Il funzionario del distretto chiede urgentemente le tasse
ma come possono riuscire a pagarle?
Abbiamo imparato che avere figli maschi è una disgrazia
mentre avere bambine è la cosa migliore;
le nostre figlie possono ancora sposarsi e vivere in una casa vicino
i nostri figli sono solo sepolti tra l’erba.
Non hai visto sul confine a Qinghai
le ossa sbiancate che nessuno ha raccolto?
I nuovi fantasmi sono irati per l’ingiustizia, i vecchi piangono,
e da un cielo scuro la pioggia umida scroscia su queste voci.


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