Gli uomini moderni, i sogni e l’illusione della felicità


Questa è una storia scritta da Natalino Balasso, attore e comico che io definirei uno dei pochi veri intellettuali italiani, cioè una delle poche persone creative che cerchino di inventare qualcosa che apra gli occhi e possa cambiare il mondo.
La storia originale la potete trovare in questo post di Facebook.

L’uomo era malato, non sapeva perché lo fosse. Eppure aveva sempre avuto l’accortezza di bere l’olio nero, quello che si ricavava dalla pietra nera, accompagnandolo con minerali sani, come il cloro, il potassio, il mercurio. Andò da un medico, lo pagò molto e costui gli disse che la colpa era proprio di questi elementi: doveva accompagnare il consumo di olio nero con il bronzo in polvere. Così fece, sulle prime sembrava andare bene, ma poi gli si formarono bubboni sulla schiena. Cosa doveva accompagnare al consumo di olio nero, l’olio miracoloso, l’unica sostanza in grado di provocare sogni? Pagò un secondo medico che gli disse di usare il rame e poi un terzo che gli suggerì il piombo, ma le cose peggioravano. Decise di partire da un altro punto di vista. Andò alla Casa della Pietra Bianca, dove vendevano il sale bianco dell’intelligenza. Ne comprò 12 chili. Divenne più intelligente e capì che doveva fare una piccola ricerca: corrompendo un funzionario entrò in possesso della lista dei soci della Casa della Pietra Nera, in cui si produceva l’olio nero. Scoprì che i tre medici che lui pagava appartenevano al consiglio d’amministrazione. Cercò allora un medico meno interessato e qualcuno gli consigliò un vecchio che stava sulle montagne, dove abitava il popolo della gente che non sogna. Il vecchio gli fece un discorso astruso, che lo inquietò. Gli disse che a farlo ammalare era proprio l’olio nero. Non importava con cosa lo condisse, quella sostanza era veleno e lo avrebbe portato alla morte. Aggiunse che se voleva guarire non doveva più consumare olio nero. Nessuno del popolo delle montagne ne consumava e tutti erano piuttosto felici. L’uomo disse al vecchio che non poteva rinunciare all’olio che provoca sogni e che stava delirando. Il vecchio disse qualcosa di peggio: i sogni provocati dall’olio nero erano un’illusione, non erano veri sogni. Gli disse che non serviva sognare di fare l’amore, bastava farlo, veramente; che non serviva sognare di piantare un albero, bastava farlo. Gli disse inoltre che il sale bianco della Pietra Bianca non dava intelligenza ma solo sapere. L’uomo offese il vecchio e corse di nuovo in città. Comprò venti chili di sale bianco dell’intelligenza e cominciò a ragionare e capì. Quel vecchio era solo invidioso della sua ricchezza e dei suoi sogni. Pagò un altro medico che gli suggerì di condire l’olio nero con argento sublimato. Ormai l’uomo era coperto di pustole, un piede gli era andato in cancrena. Sognò un albero verde nel deserto, che spargeva i suoi semi e il deserto si ricopriva d’erba. Sul prato camminava una ragazza bellissima sui cui seni era tatuata una piccola tartaruga che cominciava a volare. Rigirandosi perse un braccio. Era molto malato, decise di lasciare tutti i suoi averi alla Casa della Pietra Nera che aveva un apposito ricovero per vecchi consumatori di olio nero. Nella stanza in cui stava e dove gli veniva somministrato olio nero condito con polvere d’oro, continuava a sognare. Accanto a lui, una donna malata gli disse: “Anche tu hai sognato l’albero verde nel deserto?”. L’uomo trovò strano che la donna facesse i suoi stessi sogni, ma poi realizzò che entrambi stavano guardando un grande schermo. E poi ripensò ai sogni che faceva da bambino e che poi aveva fatto da adulto e si accorse che per tutta la vita aveva fatto sempre lo stesso sogno. Mentre perdeva gli arti e la pelle gli si squamava come quella di un serpente, pensò alla propria fortuna, quella di avere una vita piena di belle cose, alla facoltà dei sogni e alla povera gente delle montagne, che aveva il vizio di ridere, la maledizione dell’invidia e che non poteva sognare. Soffriva molto ma sentiva che in tutto quel dolore, che lo aveva accompagnato per tutta la vita, avrebbe trovato il modo di essere felice, veramente. Veramente.

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