Il discorso di Pericle recitato da Paolo Rossi


Qualche anno fa Paolo Rossi fece uno spettacolo in cui aveva inserito anche il discorso di Pericle agli ateniesi, scritto da Tucidide nella sua storia della guerra del Peloponneso. Il discorso era uguale all’originale, se non per l’aggiunta di una frase sul conflitto di interessi di Berlusconi, e lo spettacolo andava in onda diviso in due parti, la Rai dopo la prima puntata censurò la seconda.

Paolo Rossi è riuscito a fare una cosa storicamente straordinaria: far censurare Tucidide dopo quasi 25 secoli, una cosa che neanche la censura di Stalin o Mao probabilmente sarebbe mai riuscita a fare.

Il discorso di Pericle è una eulogia (un elogio) degli ateniesi morti in battaglia, cosa normale a quei tempi e che normalmente veniva fatta parlando delle passate imprese guerriere della storia ateniese. Pericle invece si mette a parlare dell’Atene presente, quella per cui quei soldati sono morti, facendo un elogio del suo sistema democratico e della sua moderazione, in quanto a metà tra la rigidità e la bellicosità degli spartani e la mollezza e la dittatura dei persiani. La visione di Pericle, o meglio di Tucidide che lui mette in bocca a Pericle, è ovviamente molto edulcorata, perchè la realtà non era certo così perfetta come viene dipinta dal discorso, ma è la massima espressione dell’ideale politico ed etico dell’Atene classica, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.

Il funzionario che ha censurato lo spettacolo di questo non sapeva nulla, e così anche la maggior parte degli spettatori, che probabilmente non hanno capito che si trattava di un’opera antica e non una sceneggiatura di Paolo Rossi. Ci è voluta l’ignoranza italiana per far rinascere a nuova vita il mondo della Grecia antica. 

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