Perchè oggi non esistono più intellettuali


Quando l’impero romano cadde la regione che ne sentì immediatamente le conseguenze fu la Britannia. Periferica e isolata dal mare, la Britannia rimase da un giorno all’altro sola, dall’Europa non arrivavano più navi con materiali e risorse che non erano disponibili localmente, e quindi i britanni si trovarono improvvisamente a doversi inventare una economia nuova di sussistenza, basata esclusivamente sui prodotti locali.

Questo isolamento nei secoli successivi divenne meno forte, man mano che un po’ di commercio rinasceva con i regni barbarici, e successivamente con i vichinghi e addirittura l’impero romano d’oriente, le cui navi arrivavano fino in Britannia per comprare lo stagno. I primi tempi furono però molto duri, le città scomparvero ancor più che nell’Europa continentale per via della mancanza di risorse per mantenerle in vita, sia dal punto di vista del cibo che di tutto il resto. L’inizio del medioevo fu caratterizzato anche dall’espansione del cattolicesimo nelle isole britanniche nel VI secolo, con i monaci Colomba e Colombano, tanto che quella era l’unica zona, a parte i dintorni di Roma, in cui il Papa avesse allora già una certa influenza (la maggior parte delle lettere dei papi di quel tempo riguardavano problemi con l’impero bizantino, e il Papa stesso era una sorta di loro vassallo, pur se con una certa autonomia).

In questo scenario vissero nel VIII e IX secolo Beda e Alcuino. Entrambi erano monaci che vivevano in monasteri sperduti tra i boschi e le montagne della Britannia, e divennero noti come gli uomini più istruiti del loro secolo. Mentre in Europa franchi, longobardi, bizantini, magiari e svariate altre popolazioni continuavano a lottare fra di loro e portare caos e distruzione, in Britannia c’era una certa pace (almeno fino all’inizio delle incursioni dei vichinghi nel 793 con l’attacco dell’abbazia dell’isola di Lindisfarne), e Beda e Alcuino poterono mettere insieme le più grandi biblioteche che esistevano allora in Europa al di fuori dell’impero bizantino e di quello arabo che nasceva proprio in quel momento. Quando dico “le più grandi biblioteche” non bisogna pensare a chissà che cosa, Alcuino possedeva appena un centinaio di libri, il che è la misura di quanto nell’alto medioevo la cultura e i libri fossero una cosa molto rara. Lo stesso fatto che si potesse stabilire qual era la persona più istruita in tutta Europa dà la misura di quanto l’istruzione fosse poco diffusa e di come dovevano esserci ben pochi contendenti tra cui scegliere il più erudito. Con quei cento libri Alcuino venne chiamato da Carlo Magno per aiutarlo in quello che passò alla storia come il “rinascimento carolingio”, che spinse i monasteri a trovare e copiare i testi antichi, standardizzò il corsivo nel “minuscolo carolingio” in modo che fosse più facile capire ciò che era stato scritto da altre persone, e fu fondamentale per la nascita di una cultura europea.

Certo si trattava di altri tempi, allora le conoscenze a disposizione dell’umanità erano molto poche, e se uno aveva la possibilità di imparare a leggere e scrivere e aveva accesso a quei pochi libri che erano stati salvati dai secoli precedenti poteva imparare tutto quello che quel mondo poteva insegnare tramite le pagine scritte. Oggi vengono scritti ogni anno milioni di libri, supponendo che anche solo alcune migliaia siano realmente importanti e significativi nessuno ha il tempo per leggerli tutti (o anche solo per fare una certa scrematura e capire quali sono i migliori). Tuttavia in questo mondo dell’informazione, in cui si hanno a disposizione milioni di libri gratis o a un costo irrisorio, non c’è nessuno che possa minimamente paragonarsi a uomini come Beda e Alcuino, man mano che l’era informatica avanza gli intellettuali diventano sempre più rari. Quando l’università era per i ricchi e se volevi leggere un libro particolare spesso dovevi recarti fisicamente in una libreria che lo avesse, quando non c’erano word processor ma si scriveva con la stilografica o il pennino, o al massimo la macchina da scrivere, in Italia c’erano Pirandello, Sciascia, Montanelli, Buzzati, Gramsci, Guareschi, Pasolini… oggi non c’è più nessuno di paragonabile, dopo l’invenzione del televisore e del computer.

Non è solo una questione quantitativa, come nel caso di Alcuino che aveva potuto leggere un centinaio di libri in un’epoca in cui quasi tutte le persone non vedevano mai un libro nel corso di tutta la loro vita. Essere un intellettuale è una scelta di vita, una professione, e curiosamente oggi è una professione che non è più accettata. Se scrivi su un giornale sei giornalista, se scrivi libri sei uno scrittore, se vai in televisione sei un opinionista, se insegni all’università sei un professore, ma la professione d’intellettuale non esiste. L’intellettuale è un uomo che studia e che crea nuove idee per modificare e migliorare il suo mondo, è una figura indispensabile per il progresso dell’umanità perché consente di criticare i sistemi di vita esistenti e crearne di nuovi. Oggi si dà peso solo alla ricerca scientifica per cambiare il futuro, e non è un caso se il progresso morale non è stato nell’ultimo secolo proporzionale a quello tecnologico: come servono centri di ricerca per far avanzare la scienza servono intellettuali per far avanzare la morale.

Alcuino e Beda vivevano in un mondo per noi inimmaginabile. Erano totalmente isolati in monasteri in mezzo alla campagna, avevano pochi libri per i nostri standard, ma moltissimo tempo per pensare e lavorare, e tutta la tranquillità del mondo. Oggi invece tutto è caotico e rumoroso, anche all’interno delle nostre case siamo disturbati e distratti dalla televisione, da facebook, dagli sms o anche solo dal traffico che c’è fuori. Quasi nessuno ha la possibilità di vivere una vita di raccoglimento e di riflessione, lontano da interferenze e perdite di tempo. Questo vale molto di più di avere a disposizione tutti i libri del mondo, perché un uomo intelligente e di cuore se ha un minimo di base culturale può creare cose straordinarie col tempo e l’applicazione, mentre uno con migliaia di libri ma senza la possibilità o la capacità di concentrarsi non arriverà da nessuna parte. Non è un caso se Victor Hugo quando decise di scrivere i miserabili scelse di andare a vivere per dieci anni sull’isola di Man, un isolotto sperduto dove non c’era assolutamente niente se non il mare e la nebbia. In passato per gli intellettuali era difficile e complicato avere rapporti a lunga distanza, era necessario scriversi lettere o fare lunghi viaggi per poter dialogare con altri; oggi invece c’è un eccesso di informazione e di comunicazione, ci sono decine di telegiornali ogni giorno che propinano notizie assolutamente inutili che non cambiano minimamente la nostra vita, non insegnano nulla e fanno solo perdere tempo, ci sono decine di amici di facebook che postano qualunque cosa e di cui non ce ne frega nulla, ma perdiamo chissà quanto tempo a scorrere quello che pubblicano; in televisione, alla radio, sul web e per strada tutto è tappezzato di pubblicità per farci comprare qualcosa; giriamo con telefonini per cui dobbiamo essere immediatamente reperibili per chiunque ci chiami. Alla fine la stragrande maggioranza di queste informazioni e queste interazioni sociali sono nocive, per le persone in genere e per gli intellettuali in particolare. È un mondo che spinge a mettersi in contatto con chiunque tranne che con se stessi.

Ed è la comunicazione con se stessi, più che la lettura di libri, l’informazione o la comunicazione, che fa l’intellettuale e l’uomo. Aristotele non si preoccupava di vestire Armani, Dante non veniva interrotto a metà di una terzina della divina commedia perché squillava il telefonino, e Leopardi probabilmente non avrebbe scritto poesie ma post deprimenti su facebook tra un sito porno e l’altro se fosse nato oggi.


You are not authorized to see this part
Please, insert a valid App IDotherwise your plugin won’t work.

Una risposta a “Perchè oggi non esistono più intellettuali”

  1. Ciao Massimiliano volevo segnarti questo sito di un film in uscita l’11 Aprile, http://www.11settembre1683.com; molto interessante, tra entertainment ed educational, è sulla Battaglia di Vienna e Frate Marco d’Aviano. Si possono scoprire in maniera divertente legami e meccaniche di un episodio storico spesso poco noto almeno in Italia.

Rispondi a Marco Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Plugin from the creators ofBrindes :: More at PlulzWordpress Plugins