Stonehenge perchè fu costruito e l’importanza dello studio della preistoria


Per più di due secoli si è dibattuto su quale fosse il reale scopo della gigantesca costruzione di Stonehenge, ora con gli ultimi ritrovamenti archeologici si possono formulare delle teorie probabilmente molto vicine alla verità.
Questo video mostra questi ritrovamenti, e cosa dovesse significare Stonehenge per quei lontani uomini dell’età della pietra.

Gli storici quasi sempre non considerano la preistoria come un tempo di qualche interesse, se non quelli che si specializzano in questo campo. Per chi è abituato a studiare i fatti della rivoluzione francese o della seconda guerra mondiale che si evolvono mese per mese, e talvolta giorno per giorno, la preistoria è semplicemente un periodo in cui non succede praticamente nulla, non ci sono date, non ci sono eventi, non ci sono grandi leader né testimonianze scritte.

In effetti per molti versi lo studio della preistoria è più simile alla biologia che alla storiografia. Nell’analizzare gli uomini delle origini si possono vedere gli istinti più basilari degli esseri umani: il bisogno di socialità, la spiritualità, il culto dei morti, i rapporti uomo-donna, l’organizzazione della violenza o del lavoro. Queste cose si possono notare in qualunque epoca ovviamente, ma più ci avviciniamo al presente e più i giudizi divengono di parte, ad esempio si può dire che la caduta del comunismo e la decadenza dell’attuale società occidentale siano dovuti alla mancanza di spiritualità, alla deificazione dello stato o del denaro, ma è un’idea che troverà comunque ostilità in coloro che sostengono che l’occidente non sia in decadenza, o che sia solo un problema economico e non religioso. È molto difficile trarre degli insegnamenti universali dalla storia moderna, scoprire qualcosa che può essere applicato a tutti gli uomini, e che chiunque può accettare come corretto.

La preistoria invece crea meno resistenza, perché non ci sono ideologie, religioni o nazioni da difendere o attaccare, non ci sono pregiudizi. Stonehenge mostra diverse cose interessanti degli uomini: la loro capacità di cooperare per un obiettivo comune, l’importanza dell’aldilà e del rispetto per i morti, e come la politica sia fatta per unificare lavoro e religione.

Il trasporto di quelle immense pietre richiedeva mesi o anni, e tanto altro lavoro doveva essere speso per scavarle e lavorarle. Oggi si pensa alle “meraviglie del mondo” antiche o moderne come a grandi opere di architettura, come le piramidi, la cappella sistina o la tour Eiffel, ma ci sono state grandi imprese che si sono basate più sulla testardaggine degli uomini e un immenso lavoro manuale che sul genio artistico o la maestosità e la ricchezza di una costruzione. Un esempio moderno è la creazione del sentiero di Ho Chi Minh, aperto per centinaia e centinaia di chilometri di jungla senza macchinari, solo coi machete, per consentire ai vietnamiti di ricevere armi dalla Cina. Stonehenge, sebbene sia un’opera architettonica e sia sopravvissuta, non è così imponente per i nostri standard, ma per uomini del paleolitico era un’impesa straordinaria

Il fatto che Stonehenge fosse un monumento dedicato ai morti, che non aveva all’apparenza nessuna utilità pratica, mostra quanta importanza avesse la religiosità per quegli uomini. Chi critica la religione ritiene che sia un inganno della Chiesa e delle altre organizzazioni, ma la religiosità, il culto degli antenati e delle forze della natura è di molto precedente a qualunque organizzazione religiosa. Certo può non apparire molto intelligente rischiare di morire, o comunque spendere anni di tempo e fatica, per portare dei massi da un posto all’altro, ma non è peggiore che vivere per cercare di mettere da parte un po’ di soldi, facendo un lavoro che si odia solo perché è l’unico che si è trovato. Gli uomini moderni non sono così diversi da quelli preistorici, hanno anche loro i loro massi da trasportare, solo che non lo fanno più in nome di una qualche religiosità ma solo per egoismo e ignoranza.

La politica, infine, è un altro aspetto interessante di Stonehenge. Tutto il lavoro ovviamente doveva essere coordinato da dei capi, e la stessa costruzione doveva essere stata decisa e proseguita da qualcuno che aveva interesse alla creazione di un simile monumento, perché conferiva prestigio e potere su tutte le altre tribù e popolazioni. La religione era quindi già usata come strumento politico, sia per unire un gruppo di persone verso un obiettivo comune, sia per aumentare la propria influenza all’esterno del proprio gruppo senza l’uso delle armi.
Il fatto che Stonehenge sia diventato obsoleto dopo l’arrivo della metallurgia dimostra anche che religione e potere politico sono una questione di moda e abitudine. Nel momento in cui la vita cambia, cambiano i valori e le priorità, e un potere che continua a basarsi su idee, materiali, oggetti e pratiche vecchie finirà per esaurirsi. Così le pietre dopo l’introduzione dei metalli perdettero la loro importanza, il loro valore magico e spirituale, prima erano l’unica cosa duratura e resistente con cui si potessero costruire edifici o utensili, erano dure e maestose; dopo sono diventate solo grosse, scomode e rozze. Un po’ come oggi il petrolio e il carbone sono considerati risorse fondamentali senza cui la civiltà non potrebbe esistere, ma tra un centinaio di anni non saranno più usati e appariranno solo come il ricordo di un’epoca passata e antiquata.

Libri su Stonehenge e la preistoria

  • Stonehenge

    Il libro dell’archeologo Mike Parker Pearson, protagonista del documentario su youtube che potete trovare all’inizio di questo articolo, per avere un’idea più particolareggiata dei suoi ritrovamenti e delle sue teorie.

  • Archeologia del Paleolitico. Storia e culture dei popoli cacciatori-raccoglitori.

    Una riflessione storica sulle più antiche vicende del genere umano, una messa a fuoco dei principali temi dell’archeologia delle origini: la nascita dei saperi condivisi e la trasmissione delle conoscenze, L’economia, gli atteggiamenti simbolici, la variabilità dei linguaggi verbali e non verbali che hanno portato nel tempo ad una forte coesione sociale, le esperienze figurative, i comportamenti rituali, il rapporto uomo-ambiente, i processi di adattamento dei gruppi umani durante le profonde trasformazioni climatiche e paesaggistiche del Pleistocene. Questo spaccato sulla nostra “prima storia” è elaborato attraverso un metodo pluridisciplinare, che vuole coniugare sapere tecnicoscientifico e sapere storico, rendendo l’archeologia uno strumento di conoscenza della nostra identità storica e di proiezione nella progettazione del nostro futuro.

  • Preistoria. L’alba della mente umana

    La preistoria è la storia del divenire umano, dei nostri primi antenati e della comparsa dell’Homo Sapiens, delle origini dell’agricoltura e della nascita della civiltà. Ma la Storia inizia con le prime testimonianze scritte risalenti a poche migliaia di anni fa, quindi lo sviluppo dell’uomo dei primordi va ricostruito grazie ai reperti archeologici. Possiamo osservare l’inarrestabile avanzata del progresso nell’architettura, nelle tecnologie, nella cultura e nei viaggi oltre ad ammirare i prodotti stessi della civiltà umana: lingua, letteratura, musica e arti visive. Ma come si svilupparono tali conquiste della mente? Renfrew ripercorre qui le tracce dello sviluppo della mente umana, sottolineando i cambiamenti cruciali verificatisi 10.000 anni fa che portarono allo sviluppo di società complesse in varie aree geografiche: e alle prime città. La chiave per decifrare tale processo evolutivo risiede nel nostro DNA rimasto sostanzialmente inalterato per 200.000 anni, ma anche nelle affascinanti conquiste della nostra mente. L’approccio dell’archeologia cognitiva vivamente ed efficacemente caldeggiato dall’autore consente di delucidare perché il mondo umano cambiò cosi radicalmente negli ultimi 10.000 anni.

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