La leggenda nera dell’inquisizione è una teoria storica secondo cui in realtà la Chiesa e l’inquisizione (soprattutto spagnola) sarebbero state più miti di quanto tradizionalmente li si dipinge. Questa teoria si basa sulla analisi dei dati dei processi dell’inquisizione e dei roghi delle streghe, cercando di dimostrare che non ci sono stati poi così tanti casi, e che i roghi delle streghe avvenivano soprattutto nell’Europa settentrionale e protestante. Questo lavoro di due storici (Edward Peters e Henry Kamen) rappresenta un classico esempio di cosa uno storico non dovrebbe fare: partire da una tesi che gli è cara, ricercare dati e fatti a riguardo, e cercare di interpretarli tutti nella maniera più favorevole alla propria tesi.
Uno dei cardini della leggenda nera sono i roghi delle streghe, che oggi vengono comunemente usati come esempio di arretratezza e chiusura mentale della Chiesa. In effetti è sbagliato porre troppo l’accento sulle streghe come se ne fossero state bruciate a decine di migliaia durante tutto il medioevo, non era niente di paragonabile alle persecuzioni politiche o etniche dell’epoca moderna. La ragione per cui i roghi delle streghe erano concentrati nell’Europa settentrionale però non riguardavano il protestantesimo, come vorrebbero fare credere i creatori della leggenda nera (implicitamente dicendo che i protestanti erano peggiori dei cattolici), ma il fatto che le fate erano una parte importante della cultura celtica, diffusa in tutta l’Europa centrale e settentrionale. Le fate, dopo la cristianizzazione della popolazione, sono diventate streghe, e sono rimaste nella cultura popolare fino all’epoca moderna (non è un caso che la strega che viveva nella casa di marzapane volesse mangiare Hansel e Gretel, non Gennarino e Mariuccia). Se simili leggende fossero esistite anche nell’Europa meridionale la Chiesa e l’inquisizione se ne sarebbero occupate anche loro, e con maggiore zelo ed organizzazione visto che i protestanti non avevano una chiesa centrale, con organismi gerarchici ed organizzati come l’inquisizione, e una grande quantità di soldi a disposizione. I roghi delle streghe tra i protestanti erano semplicemente segno dell’ignoranza e della superstizione del tempo, diffusa tra tutti i cristiani, specie nei piccoli villaggi, ma quandomeno non erano frutto di qualche tribunale ecclesiastico protestante che decideva arbitrariamente chi condannare.
Un’altra parte della teoria della leggenda nera contesta il fatto che i processi sono stati numerosi, ma molti sono finiti senza una condanna. Al di là dei numeri quello che mancano di far notare è che comunque le persone incriminate nella maggior parte dei casi sono state torturate per ottenere una confessione. Inoltre lo scopo ultimo dell’inquisizione non era quello di uccidere o convertire tutti gli eretici, veri o presunti, se non quelli più famosi e pericolosi (come Giordano Bruno e Galileo Galilei), ma di mettere paura alla gente. L’inquisizione creava un clima di paura e di sospetto, specie tra coloro che si occupavano di argomenti pericolosi (i primi scienziati come Galileo, gli alchimisti, gli astrologhi), o che appartenevano a famiglie o popolazioni non cristiane (gli ebrei). Tutti coloro che facevano qualcosa che era al di là della piena e accettata ortodossia cattolica dovevano sapere che potevano essere arrestati in qualunque momento, e probabilmente avrebbero desistito e fatto qualcos’altro.
Ridicola è l’idea che Galileo sia stato trattato in maniera benevola solo perché non l’hanno bruciato sul rogo. Galileo visse gli ultimi anni della sua vita in totale solitudine e quasi cieco nella campagna toscana, sempre rimpiangendo di non essere stato capito. Risibile è anche l’idea che la Chiesa fosse contraria alle idee di Galileo solo perché non aveva portato alcuna prova certa che il sole fosse al centro del sistema solare. Non è possibile dimostrare cose del genere senza prima formulare delle teorie, fare delle prove, consultarsi con altri per avere dei riscontri, se il formulare una teoria è sacrilego perché la teoria non è ancora stata dimostrata vera (e chiaramente non lo è, altrimenti non sarebbe solo una teoria), allora nessuno avrebbe mai potuto cambiare nulla della concezione del mondo e dell’uomo creata dalla Chiesa. E infatti questo era l’obiettivo dell’inquisizione: creare una assoluta uniformità di vedute, eliminare qualunque idea che non fosse chiaramente compatibile con l’interpretazione che la Chiesa dava della Bibbia, quindi eliminare chiunque minacciasse il potere religioso, temporale ed economico della Chiesa.
L’editto di Torquemada che decretava l’espulsione dalla Spagna dei moriscos e dei marranos, cioè dei mussulmani e degli ebrei, è un altro punto contestato. La decisione della loro espulsione derivò dall’accordo di interessi tra la Chiesa e la monarchia spagnola: entrambe volevano una Spagna totalmente cristiana e culturalmente uniforme, la prima per diffondere il cristianesimo in Europa, la seconda per poter aumentare il potere e il prestigio della monarchia completando definitivamente la reconquista, non solo dal punto di vista militare ma anche religioso ed etnico, e facendo in modo che tutti i sudditi avessero in comune la stessa fede in Dio e nel re. La Chiesa si occupò effettivamente solo degli ebrei che si erano convertiti per rimanere in Spagna, come dicono gli storici della leggenda nera, ma fornì le motivazioni ideologiche per la cacciata di tutti gli altri al re, e torturò e terrorizzò tutti gli ebrei rimasti con la scusa di controllare se si erano effettivamente convertiti o avevano solo fatto finta.
Il genocidio degli amerindi fu opera in gran parte dei germi europei, che uccisero quasi tutti i nativi col vaiolo, il morbillo e altre malattie infettive. Ma quelli che furono uccisi con la spada vennero uccisi quasi sempre con la scusa della religione, e così la creazione degli imperi di Spagna e Portogallo era giustificato dal convertire i nativi al cristianesimo. Certo se non ci fosse stata la Chiesa o il cristianesimo gli europei avrebbero trovato certamente qualche altra scusa per la colonizzazione, fatto sta che hanno usato la religione cattolica e la Chiesa non prese mai chiaramente posizione contro questo fatto. Che se ne discutesse per la prima volta nell’università di Salamanca non giustifica la Chiesa, che ha usato la stessa scusa per difendere papa Pio XII per il fatto di non aver pubblicamente denunciato il nazismo. Se la Chiesa non prende chiaramente posizione poi non può giustificarsi dicendo che nessun altro in quel momento storico aveva preso posizioni di condanna pubblica contro simili comportamenti, oppure dicendo che comunque stava lavorando nell’ombra e che era politicamente più prudente non esporsi subito.
Il cristianesimo inoltre portò alla distruzione di gran parte della cultura delle civiltà antiche, come nel caso del rogo di tutti gli scritti Maya fatto dall’arcivescovo dello Yucatan Diego de Landa, che poi se ne pentì e passò gli ultimi anni della sua vita a cercare di ricostruire quanto era possibile con gli ultimi sacerdoti maya rimasti ancora in vita. Anche questo era normale a quel tempo, anche i turchi conquistata Costantinopoli mutarono l’Haja Sofia in una moschea, ma questo non significa che si debba minimizzare i fatti e gli errori, anche viste le gravi conseguenze che essi ebbero sulla vita dei nativi americani e anche sullo sviluppo successivo della storia.
Il fatto che in Sudamerica spagnoli e portoghesi si siano mischiati con le popolazioni locali, a differenza dei protestanti inglesi nel nord non è certo merito del cattolicesimo, come vorrebbero far credere i sostenitori della leggenda nera. Se così fosse ci sarebbero un gran numero di discendenti di francesi e di indiani, visto che non solo gli inglesi ma anche i francesi hanno colonizzato il nord america. La ragione di queste differenze sociali si spiega facilmente con la differente formazione dei due tipi di colonie. Quando inglesi e francesi arrivarono in America le malattie avevano già ucciso un buon numero di indiani, e dopo i primi contatti molti altri ne morirono. Inoltre le pianure americane erano immense, quando arrivarono gli europei gli indiani si limitarono a muoversi più a ovest, evitando quindi di dover convivere sullo stesso territorio con gli invasori. Nel momento in cui gli americani arrivarono al pacifico gli indiani erano così pochi che non potevano nascere molti bambini da rapporti misti, inoltre il parlamento approvò l’idea della creazione delle riserve che isolava gli indiani. Questo fu possibile perché gli americani avevano lo spazio per farlo, mentre in Sudamerica non era possibile, e conquistatori e conquistati si trovarono a vivere l’uno accanto all’altro fondendosi. Inoltre le tribù indiane continuarono a combattere per un secolo, e anche quando erano in un periodo di pace vivevano lontani dalle città nella natura selvaggia; gli amerindi del Sudamerica invece vivevano nelle stesse città degli spagnoli e dei portoghesi, e dopo la subitanea caduta degli stati degli aztechi e degli inca non c’era più nessuna resistenza armata alla colonizzazione.