Le sementi Monsanto e l’agricoltura privatizzata


Questo documentario di qualche anno fa analizza le innovazioni tecnologiche prodotte dalla Monsanto nell’ambito delle sementi transgeniche, le conseguenze che esse hanno avuto nel mondo e il potere economico e politico che ha la più famigerata multinazionale del mondo. Si tratta di un discorso complesso, e per forza di cose incompleto, perché richiederebbe libri interi per essere discusso interamente, ma è molto utile nel mostrare quelli che sono i punti più importanti.

Il pericolo fondamentale degli ogm per la salute dell’uomo e dell’ambiente è che non sono testati, soprattutto non sono stati testati per anni e anni come viene fatto per le medicine, usando la scusa che il solo cambiamento di qualche gene sostanzialmente lascia identica una pianta. Non sappiamo se gli ogm fanno male, e non lo sapremo se non fra qualche decennio, quando ormai tutte le piante sulla terra saranno state contaminate e non ci sarà più la possibilità di tornare indietro. Ancora meno sappiamo delle conseguenze di medio e lungo periodo sull’ambiente, cosa potenzialmente molto più distruttiva del nutrirsi con questi alimenti.

Un altro punto è la privatizzazione del potere e delle risorse. Se già sono pericolosi gli ogm in sé, il fatto che un’unica azienda nel mondo controlli la maggioranza delle sementi è enormemente pericoloso. Le pressioni esercitate dalla Monsanto mostrano quanto sia facile per una grande azienda ottenere un potere quasi assoluto corrompendo qualche centinaio di politici, i quali a loro volta fanno leggi e pressioni a livello nazionale e internazionale per favorire l’azienda. Alla Monsanto probabilmente bastano qualche centinaio di milioni di dollari all’anno in bustarelle per assicurarsi un potere planetario, che gli permette di far licenziare qualunque scienziato o giornalista in qualunque parte del mondo che dica qualcosa che non deve dire. La Monsanto è un simbolo del declino del potere dello stato, e del declino della democrazia in particolare, e anche della morale e della razionalità. Si bombardano l’Iraq, l’Afghanistan, e la Libia, e si ritiene che le loro popolazioni meritino di subire la guerra e l’occupazione militare perché non sanno governare se stessi e sono un pericolo per il resto del mondo; ma in un mondo ragionevole le nazioni si riunirebbero per bombardare gli Stati Uniti per fermare aziende simili, che mettono in pericolo l’esistenza stessa dell’umanità, e punirebbero il governo per la sua corruzione, e anche il popolo per la sua connivenza, perché gli americani quei politici li hanno eletti, e vivono in un paese dove possono studiare e informarsi, quindi loro sì che sono pienamente responsabili, al contrario degli afghani che non hanno certo eletto i talebani e che per la maggior parte non sanno nulla di quello che accade al di fuori del loro villaggio.

Vi è anche una questione morale e giuridica più complessa, cioè la impossibilità di “condannare a morte” una azienda. Un esempio è l’Ilva in Italia, che dovrebbe essere espropriata e ripulita, e i suoi proprietari puniti sommariamente e in maniera esemplare impedendogli di vivere una vita normale e di godersi i loro soldi. Solo se lo stato facesse questo dimostrerebbe di essere il più forte e si farebbe rispettare, invece con la scusa di preservare i posti di lavoro non farà altro che lasciar correre tutto in cambio di qualche tangente.
Nel caso di una persona fisica che commetta dei gravi crimini, essa può essere rinchiusa per sempre o uccisa perché non possa più nuocere alla società, questo nonostante ogni uomo (a parte qualche caso di malato mentale) abbia la possibilità di pentirsi e cambiare vita. Per le aziende invece non c’è questa possibilità, al massimo si possono dare delle multe, in qualche caso si possono perseguire penalmente i proprietari (che poi tanto quasi mai finiranno in carcere), ma comunque l’azienda continuerà ad esistere, almeno finché non andrà in bancarotta, anche se ha ucciso, avvelenato, corrotto, causato guerre. Le aziende non hanno una coscienza, non potranno mai pentirsi, e puntano sempre al profitto, specie quando sono multinazionali senza alcuna anima, non possono essere educate ma solo punite. E non hanno neanche una durata di vita limitata, la Monsanto esisteva 80 anni fa, e probabilmente esisterà ancora tra 80 anni, magari avrà cambiato nome o sarà stata assorbita da qualche altra azienda, ma comunque ci sarà, perché hanno poca importanza gli uomini che siedono nel consiglio di amministrazione, alla fine sono quasi tutti uguali, l’economia moderna li spinge a riprodursi spontaneamente generando nuovi vermi assetati di soldi.

Perché non c’è nessun grande piano dietro la Monsanto, come dietro l’economia globale. Non ci sono illuminati, alieni, Bilderberg, o chissà quali altri complotto. Ci sono solo i soldi.
Quelli della Monsanto vogliono il controllo mondiale delle sementi solo per fare soldi, non per avvelenare nazioni o il mondo intero. E i politici che li favoriscono non lo fanno in nome dell’interesse nazionale, per estendere il potere americano nel mondo, ma solo per i soldi delle tangenti. Non c’è bisogno di chissà quale piano diabolico o di poteri esoterici, i soldi bastano per mettere d’accordo molti, e per spingere con forza il mondo verso una certa direzione senza che nessuno si renda conto di dove si sta andando, soprattutto quelli cha hanno dato la spinta a questo cambiamento. Perché chi si occupa solo dei soldi non pensa a dominare il mondo, o al destino del mondo, i soldi e il potere sono cose che si respingono reciprocamente, gli uomini che amano il potere vogliono cambiare il mondo, e non si curano di guadagnare (Mussolini, Gandhi, Hitler, Stalin, Gesù, Napoleone); gli uomini che invece pensano solo ai soldi non sanno cosa farsene del potere, se non per fare altri soldi (l’esempio più tipico è Berlusconi, oppure tanti dittatori africani col conto in svizzera come Mobutu). Ma l’assenza di un piano diabolico non cambia il fatto che la strada verso cui sta andando l’umanità è la propria autodistruzione, o come minimo una devastazione profonda del pianeta che porterà chi sopravvivrà in futuro ad avere una misera vita.

Libri sulla Monsanto

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