Tetsugen Doko 鉄眼道光 era un monaco zen del XVII secolo, l’inizio dell’era Tokugawa. Questa storia è un raro esempio di carità in una cultura come quella giapponese in cui la religione non è particolarmente connessa al servizio per i poveri. I templi buddhisti si occupavano di crescere gli orfani, anche perché spesso crescendo questi rimanevano nel tempio e accrescevano il numero dei monaci, ma a parte questo non si occupavano particolarmente dei bisogni materiali del popolo.
Questa è la storia:
Tetsugen, un fedele seguace dello Zen in Giappone, decise di pubblicare i Sutra Zen, che a quel tempo erano disponibili soltanto in cinese. I libri dovevano essere stampati con blocchi di legno in un’edizione di settemila copie, un’impresa enorme.
Tetsugen cominciò col mettersi in viaggio per raccogliere i fondi necessari.
Alcuni simpatizzanti gli diedero un centinaio di monete d’oro, ma per lo più riuscì a ottenere soltanto piccole somme.
Lui ringraziò tutti i benefattori con uguale gratitudine.
Dopo dieci anni Tetsugen aveva abbastanza denaro per cominciare l’impresa.
E proprio allora il fiume Uji straripò. L’alluvione portò una carestia.
Tetsugen prese i fondi che aveva raccolti per i libri e li spese per salvare gli altri dalla fame.
Poi ricominciò la sua colletta.
Parecchi anni dopo il paese fu colpito da un’epidemia.
Ancora una volta Tetsugen, per aiutare la sua gente, diede via quello che aveva raccolto.
Si rimise al lavoro per la terza volta, e dopo vent’anni riuscì finalmente a realizzare il suo desiderio.
I blocchi di legno per la stampa che sono serviti per la prima edizione sono oggi esposti nel monastero Obaku di Kyoto.
I giapponesi dicono ai loro figli che Tetsugen ha fatto tre raccolte di sutra, e che le prime due sono invisibili, ma sono perfino superiori all’ultima.
Una risposta a “Tetsugen Doko e la pubblicazione dei sutra”
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