Berlusconi, Minetti, il bunga bunga e il suo significato politico


La storia di Berlusconi, Nicole Minetti, le olgettine e le feste del bunga bunga fanno sempre molto parlare in Italia, in genere con chiacchiere da pollaio che sono di ben scarso interesse. Questa vuole essere una analisi storica e politica di Berlusconi e del suo rapporto con le donne, perché chi lo difende dice sempre che si tratta della sua vita privata, ma in realtà dovrebbe essere vista con uno sguardo molto più ampio.

Non è mio interesse scendere nei dettagli delle accuse giudiziarie a Berlusconi, ma parlare più in generale del suo “metodo di gestione delle ragazze”. Una prima cosa che balza all’occhio è come Berlusconi, soprattutto negli ultimi anni, sia molto propenso alla commistione tra le ragazze di cui si circonda per il suo piacere e la politica. Nicole Minetti è stato il caso più eclatante, ma in realtà è il più innocuo e perdonabile. In una intercettazione si sente Berlusconi che riferisce a Nicole dei complimenti sul suo operato nel consiglio regionale della Lombardia che gli avevano riferito altri consiglieri del pdl e della lega, e lei reagiva tutta felice come una ragazzina. Da quella reazione e da quel dialogo si capisce che la Minetti probabilmente è una ragazza un po’ ingenua (nel senso che crede realmente a quello che scrivono Libero e il Giornale e a Berlusconi) e che desiderava fare politica, ed ha approfittato del fatto di conoscere Berlusconi per chiedergli un posto. È vero che non è un bellissimo gesto accontentarla, ma alla fine meglio la Minetti di quelli come Fiorito. Il problema non si sarebbe posto se si fosse trattato solo di un caso isolato, ma si è ripetuto tante e tante volte. Il caso più eclatante fu quello di Mara Carfagna fatta addirittura ministro, una cosa è una poltroncina come consigliere regionale e un’altra è fare la prima che capita ministro, quello dal punto di vista politico è veramente rilevante.
Qui potete vedere il video dell’intercettazione, che parte subito con questo dialogo coi complimenti a Nicole e lei che dice con un entusiasmo da ragazzina “Davvero?”:

Possiamo confrontare il comportamento di Berlusconi con quello di altri politici a riguardo di questo genere di problemi. Gheddafi è il primo esempio che salta all’occhio, sia perché è un contemporaneo e amico di Berlusconi, sia perché lui aveva una specie di harem personale. Gheddafi però teneva le sue donne assolutamente scollegate dalla politica, lo stato era una cosa e il piacere personale un’altra. Questo è il modo di ragionare di un vero politico, un vero uomo di stato, e Berlusconi dimostra una volta di più di non esserlo assolutamente.

Un altro esempio interessante è il politico inglese dell’ottocento William Gladstone. Lui non aveva harem, era anzi fedelissimo alla moglie, ma amava andare in giro la notte per cercare di “salvare” le prostitute di Londra e convincerle ed aiutarle a cambiare mestiere. Era assolutamente sincero, tanto che un giorno, quando fu visto da un uomo parlare con una prostituta ed entrare in casa sua, quell’uomo lo aspettò e all’uscita cercò di ricattarlo dicendogli che avrebbe reso pubblica la cosa se non fosse stato pagato. Gladstone non fece una piega, sicuro della sua buona fede rifiutò e denunciò l’uomo per ricatto portandolo in tribunale, dove fu condannato a un anno di lavori forzati. Gladstone poi continuò fino a tarda età a fare questi giri notturni, e lasciò anche scritto per fugare ogni dubbio anche dopo la sua morte che non era mai stato infedele alla moglie. Anche questo è un bel modo di approcciare il problema delle donne e della prostituzione.

L’ultimo esempio è Giustiniano, l’imperatore bizantino che sposò Teodora, che probabilmente da ragazza era stata una prostituta. Il matrimonio fece abbastanza scandalo, ma Giustiniano era un uomo deciso e seppe far accettare la cosa. Teodora era una donna molto intelligente, aiutò Giustiniano in maniera decisiva, specie durante la rivolta di Nike in cui lui avrebbe voluto abbandonare tutto e fuggire ma lei lo convinse a rimanere (e a fare uno dei più famosi bagni di sangue della storia). Giustiniano fece anche molte leggi a favore delle prostitute, per difenderle dallo sfruttamento, e delle donne in generale punendo severamente le violenze sessuali e richiedendo al marito di avere per due volte il consenso della moglie prima di poter fare debiti. Quasi certamente Teodora fu ispiratrice di queste leggi, e oltre a questo l’imperatrice si interessava in generale del governo del paese, non era solo una bella statuina che Giustiniano aveva preso solo per il suo piacere. Questo mostra come sia anche possibile innamorarsi di una prostituta e coinvolgerla nella politica con buoni risultati, se sia il politico che la donna sono persone intelligenti e responsabili. Berlusconi invece si limita a regalare poltrone qua e là, in parte in cambio di favori o per amicizie varie, e in parte per avere persone deboli e di nessun spessore politico che sono totalmente nelle sue mani (e questo non riguarda solo le giovani ragazze ma anche la quasi totalità degli altri candidati).

Certo vedere Berlusconi confrontato con tre uomini che hanno fatto un importante pezzo di storia del loro secolo è sconfortante. Da fin troppo bene una misura sia dell’uomo che del paese in cui quell’uomo è riuscito a conquistare il potere e a gestirlo in quella maniera. Anche senza conoscere nessun’altra vicenda di Berlusconi e senza sapere cosa ha fatto (o più che altro cosa non ha fatto) come politico, si possono trarre già le conclusioni.

Libri su Berlusconi

  • Ve lo avevo detto. Berlusconi visto da chi lo conosceva bene è un libro del 1998 di Indro Montanelli su Berlusconi, con previsioni fin troppo ottimistiche di quella che sarebbe stata la parabola discendente di Berlusconi e dell’Italia con lui.
  • La pancia degli italiani. Berlusconi spiegato ai posteri è un libro di Beppe Severgnini su come Berlusconi sia stato abile a sfruttare le caratteristiche emotive degli italiani, che si sono resi conto dei difetti e della pochezza del personaggio ma lo hanno appoggiato perchè in fondo lo invidiano, e sanno che se fossero al suo posto ruberebbero, farebbero festini e se ne fregherebbero della gente come ha fatto lui. La citazione iniziale di Gaber “Non ho paura di Berlusconi in sè. Ho paura di berlusconi in me.” da immediatamente l’impronta con cui Severgnini analizza il fenomeno Berlusconi.
  • Filosofia di Berlusconi. L’essere e il nulla nell’Italia del Cavaliere è una analisi filosofica del berlusconismo.
  • Onorevole Bunga Bunga. Berlusconi, Ruby e le notti a luci rosse di Arcore Emilio Fede che chiede a Lele Mora una tangente in cambio dell’intercessione per un prestito milionario. È solo uno dei numerosi episodi del «Rubygate», uno di quelli ripresi dai giornali. Il direttore del Tg4 è, insieme a Mora e alla consigliera regionale del Pdl, Nicole Minetti, uno dei grandi reclutatori delle starlette che sgomitano per passare la notte con il «vecchio» ad Arcore, sperando di uscirne la mattina con una busta piena di soldi. Ne esce un quadro degradante, con le ragazze che «bombardano» di telefonate il Cavaliere e fanno a gara per infilarsi nel suo letto per «dormire con lui per poter prendergli qualcosa al mattino» e «far cassa». È il ritratto di un Berlusconi grottesco, solo, circondato da ruffiani ed escort, gente pronta a tutto pur di sfruttare la sua solitudine.

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